martedì 1 marzo 2011

Classica di Primavera 2011

Relazione di URZUZ (detto Alberto Gandini)

Sveglia alle 7,15 e dò un’occhiata fuori dalla finestra. Il cielo mi sembra buono al 50%, speriamo bene.
Quando esco di casa con la bici però la giornata sembra invece essere ottima, cielo blu.
Raggiungo la stazione Garibaldi dove vedo gli amici ciclisti in difficoltà davanti alla biglietteria. Io avevo preso il biglietto il giorno prima, dopo la “dritta” del Trotter (Antonini).
Accatastiamo con un po’ di fatica le trentadue bici nei vagoni, per fortuna non c’era quasi nessuno, e poi il treno parte in orario. Due di noi rimangono a terra per la questione biglietto, ma poi ci raggiungeranno col treno successivo scendendo ad un’altra stazione. Durante il tragitto per la stazione di Calolziocorte il Ceper lamenta subito un guasto alla sua bici di cui non si era accorto, colpevole suo figlio. Ruota storta dice, che sfrega contro il telaio. Certo farsi i 50km così sarebbe un disastro, ma subito interviene il gruppo “pronto intervento” che ci mette cinque minuti a risolvere il problema. Tra l’altro abbiamo anche l’attrezzo per riparare le catene, ma non ci servirà.
A Calolziocorte scendiamo dal treno invadendo la piccola stazione, diamo il via al capotreno per ripartire quando siamo tutti giù, e ci dirigiamo fuori. Tempo cinque minuti e siamo tutti fermi al bar mentre un’altra bici necessita di riparazione. Verso le 10,15 finalmente partiamo: un leggero sterrato si snoda lungo l’Adda, e ci porterà fino ad Inzago, quasi alla fine del percorso. Il tempo è stupendo, aria frizzante e sole forte, i colori dell’acqua, dei boschi e delle rive sono molto contrastati e invogliano a fare le fotografie. Si pedala spesso sotto gli archi creati dai rami degli alberi lungo la riva in un susseguirsi di luci e ombre.
Il gruppo si sgrana subito e si formano vari gruppetti. Io col Volpato pedaliamo affiancati dove possibile e facciamo una partita di chiacchere. La velocità è molto bassa ma incrociamo ogni tanto qualche velocista dello sterrato che ci sorpassa in tromba.
Prima fermata a Inbersago dove vediamo in azione il traghetto di Leonardo, che si muove sfruttando l’energia della corrente del fiume. Due cigni lo precedono e sembrano fare da guida.
I cigni sono numerosi lungo tutto il percorso, li vediamo nuotare, col “cul” per aria intenti a mangiare sul fondo, e anche volare con perfetto assetto da alta velocità.
Si prosegue, e ci fermiamo ogni tanto ad ammirare e fotografare le opere idrauliche di antica fattura, conche di navigazione, porte vinciane, centrali elettriche, opere di presa, paratie di regolazione che la mia formazione ingegneristica fa apprezzare moltissimo. Le vecchie centrali elettriche, ancora oggi perfettamente funzionanti, sono anche opere di pregevole architettura industriale e non solo manufatti funzionali.
Il nostro gruppetto ad un certo punto si ferma: foratura! Intervento immediato, si toglie la ruota, si cambia la camera d’aria e si riparte anche se, ahimè, dopo solo dieci minuti, stessa bici, seconda foratura. Per fortuna c’erano gli altri con le camere d’aria di scorta. La bici da corsa non sembra il massimo per questo percorso.
Il mio gruppo diventa quindi il fanalino di coda della colonna, ormai dispersa su vari chilometri. I primi non demordono e non ci aspettano, anche se una telefonata di Trotter mi annuncia che ci ritroveremo, invece li rivedremo solo alla fine, al ristorante.
A Cassano d’Adda la stanchezza comincia a farsi sentire e pensiamo di essere vicini all’arrivo, ma non è così. Si dovrà passare ancora da Inzago e poi arrivare a Bellinzago Lombardo.
Gli ultimi chilometri sono pesanti, l’allenamento zero dell’inverno presenta il conto, anche se le nostre “ragazze” con bici assolutamente normali e pesanti vanno di buona lena.
Alla rotonda finale consulto di cartine per capire dove andare, finchè un cartello ci dà conferma dell’ultimo chilometro. L’agriturismo si presenta bene, ci aspettavano un po’ prima, ma non importa.
Ci buttiamo sugli affettati e sul pane ottimo, poi arrivano i primi, i secondi, il dolce, il caffè, la grappa. Sgnam, sgnam, che magnata, il tutto era veramente buono e noi affamati.
Dopo, con calma lasciamo il posto e il gruppo si dirige verso Gessate, qualcuno prenderà il metrò e qualcuno andrà verso Milano pedalando ancora. Io invece metto la bici sulla macchina con cui Linda e Violante erano arrivate. Per loro però niente pedalata, solo una bella magnata col gruppo.
A casa Linda si lamenta della giornata faticosa(?).
Beh, la giornata finisce qui. Il percorso sull’Adda è stato veramente stupendo, io non l’avevo mai visto.

Ringraziamo gli organizzatori, il Trotter, e in particolare il Cesco ,che riesce sempre a trascinare gli amici e anche qualche figlio, in queste avventure di gruppo, cosa non così facile per degli orsi della nostra età.


BICICLETTATA DA CALOLZIOCORTE FINO A GESSATE LUNGO L’ADDA E IL MARTESANA

sabato 16 aprile

• 8.49: Treno da Milano Porta Garibaldi per Calolziocorte-Olginate 210 m s.l.m.
• 9.41: Arrivo alla stazione di Calolziocorte-Olginate
• 10.30: passaggio a Imbersago (ammirando il traghetto Leonardesco)
• 11.15: passaggio a Paderno d’Adda (Centrale di Robbiate)
• 12.00: passaggio a Porto d’adda (Centrale Esterle)
• 13.00: passaggio da Trezzo d’Adda in cile del Martesana al Santuario della Concesa
• 13.15 si continua sull’ Alzaia del Martesana fino a Cassano d’Adda
• 13.20: passaggio a Inzago
• 14.00: pranzo Slow Food in agriturismo Al Cascinello Cascina San Donnino a Bellinzago Lombardo
• 16.00: Ripartenza per Milano (136 m s.l.m.) in Metro o in bicicletta.

Si consiglia di evitare l’utilizzo di bici da corsa in quanto il percorso è di sterrato leggero.
Portare attrezzatura per riparazioni (forature)
Dislivello 74 metri a favore
Munirsi di biglietti del treno e metro anche per le bici.