lunedì 27 aprile 2009

La CLASSICA DI PRIMAVERA 2009 è archiviata!

La giornata è stata praticamente perfetta, il sole mattutino appena alzati è stato il primo augurio di buona riuscita.
L'organizzazione del Cesco è ormai una macchina collaudata che gira perfettamente, sono calcolati i tempi, con i ritardi, i guasti, gli orari del caffè e delle soste, tutto è previsto, anche il sole. Naturalmente il treno delle 8,40 a porta Genova non aspetta, quindi tutti in orario per i biglietti, e ci si mescola con altri ciclisti, che al momento non si capiva se fossero partecipanti o no. Chi saranno? Poi, in treno mi accorgo che sonopartito praticamente in mutande (con calzamaglia da sci) ma senza pantaloni da bici, ma qui entra in gioco l'Antonini che per fortuna ne aveva un paio di scorta. Per cui nella panchina della stazione di Abbiategrasso, non mi formalizzo, mi cambio e posso partire più tranquillo con un soprasella più adatto.
Dopo 500 m il primo guasto, catena rotta per una "ragazza" del gruppo. Ma la macchina organizzativa aggredisce subito la situazione, bici di ricambio, informazioni del ciclista aperto lungo la strada, auto del Travaglio carica, scarica... (la catena verrà poi sostituita dal ciclista) insomma la situazione si sbroglia in pochi minuti!! e la carovana dei 25 che si era subito sparsa all'inizio, si ricongiunge. Infatti Antonini aveva deviato il primo gruppo per una sosta ad una fontanella per riempire le borracce, e il secondo gruppo era passato senza vederci. Iniziamo il percorsoverso nord lungo il canale , e appena cominciamo a scaldarsi e si prende un pò di ritmo ecco la prima fermata da Vevè, in una bella villa con giardino, dove ci viene offerto caffè a volontà e pasticcini vari, che tutti gradiscono. Dopo una buona mezz'ora si riparte e si seguono le stradine ciclabili lungo gli argini dei canali (canale industriale, il Villoresi più avanti, il Ticino alla fine, ecc). Il paesaggio è veramente bello, alberi in livrea primaverile, canali pieni d'acqua, uccelli, anitre, poca gente, silenzio. Le automobili non le vedremo mai salvo qualche piccola tratta o passaggio di ponti. Il fondo della pista è asfaltato, con qualche radice che gonfia l'asfalto, e fa sussultare le nostre bici. Sponda destra, ponte, sponda sinistra e così via, passiamo le varie opere tecnologiche moderne, centrale elettrica di Turbigo, e di ingegneria idraulica del passato, canali scolmatori ondulati, bellissimi, chiuse con porte vinciane, dove facciamo soste per ammirarle e per dar modo ai più lenti, con bici da città, di raggiungerci.
I Brambilla (Alberto e Mariangela) appaiono ad un certo punto, con bici normali, e poi spesso staranno nel gruppo di testa davanti perchè non si fermano mai.
Durante il percorso si scambianosempre quattro chiacchere con i vari partecipanti, e a un certo punto qualcuno dice "andiamo a prenderli" (chi c'è davanti??) e via a tutta birra, con cambi in testa, velocità sostenuta, e penso la "rella" è cominciata. Dopo un pò si scopre che davanti non c'è nessuno da prendere !! e per fortuna si rallenta.
In effetti la classicaprimaverile è nata sulla scorta di allenamento ZERO e quindi si cerca di non diperdere le forze, ma pedalando e facendo quattro chiacchere con il compagno del momento, scopro che è anche diventata internazionale con la partecipazione della squadra Svizzera, di quella di Verbania, di quella di Milano e forse quelche altra che non ricordo.
Nella parte finale la strada si snoda lungo il fiume, il Ticino, e giungiamo a Golasecca dove finalmente (52 km) ci fermiamo per lo spuntino delle ore 13,15. La fermata, ben accolta da tutti, è ottima, un grande bar che ci fornisce di panini, gelati e caffè. C'è anche la piscina che occhiegga e sembra invitarci.Tutti prendono acqua e cocacola ma il Cesco arriva con una caraffa di vinello frizzante, che dapprima è visto con sufficienza dagli "atleti" , ma poi viene fatto sparire rapidamente.
Ci crogioliamo al sole per un bel pò, poi verso le14,45 un gruppo riparte per il gran finale mentre qualcuno (conViolante) va a prendere la macchina ad Abbiategrasso, e qualcun altro prende il treno per poi ritrovarcoi tutti a Baveno. L'ultima parte sono 35 km di strada del lago, che nel pomeriggio è piena di macchine. Qui intanto l'allenamento zero si fa sentrire e alla fine a Baveno siamo tutti piuttosto stanchi. Randez-vouz in strada per tutti i ciclisti poi ultima salitella, tanto per gradire, fino alla villa Romanica dei Brandolini e qui abbiamo finito con la bici. Grande e amichevole accoglienza con doccia, aperitivi, spumantino, pizzette e salamino che ci fanno miracolosamente risorgere. Arrivano Linda e Carla da Milano, altri spuntano dalle zone del lago, visita al giardino giapponese con angoli mistici e microlaghetti, racconti della padrona di casa, poi alle 19,30 ci si avvia al ristorante "slow food" a cento metri di distanza, con cena,tre zuppe, formaggio, brindisi, saluti a tutti. Fine della giornata.
CiaoAlberto
Un ringraziamento ancora alCesco, Violante e al Trubezkoy (anche all'Antonini per ledisinformazioni) che si sono dati mooolto da fare per questa prima classica primaverile. Da rifare!!! con tutte le fermate intermedie!