mercoledì 21 ottobre 2009

LA CLASSICA D'AUTUNNO

Ore 7,30, guardo fuori, tempo buono, apro la finestra: però! fa un bel freddo!! Beh, oggi c'è la classica, bisogna vestirsi adeguatamente, quindi calzamaglia e giubbino invernale, con la solita maglietta sotto di polipropilene.
Poi la prima colazione, cercando di mettere nella pancia roba energetica ma non voluminosa.
La bici è già a posto, faccio un controllo di tutto il necessario, poi esco e mi dirigo all'appuntamento in Piazza Castello dal Cesco. Fa proprio freddo! però conto di scaldarmi pedalando appena usciti da Milano.
Al raduno le solite foto dei partecipanti, come sempre c'è qualcuno che non conosco, oltre ai "soliti" che ormai non mancano mai all'appuntamento "conclusivo " dell'anno ciclistico. Antonini, sicuramente uomo di classifica, Queirolo altro sempre del gruppo in testa, Ceper, il Lazzati, Eufemi padre e figlio, Cesco, il Matteo (altro potenzialmente forte), Trubetzkoy (vestito da alpino ed allenato dopo una Milano Roma in bicicletta), qualche altro e... chi c'è là in fondo tutto infagottato? Ma è l'Avvocato ! vestito come un campeggiatore, zainetto e una bici tipo regalo del supermercato. Ci sei anche tu, e sì, mi raccomando-dico io- tieni il tuo ritmo, non cercare di stare dietro a quelli che vanno di più. Raccomandazione che sarà fondamentale durante il suo peregrinare solitario nell'area di Tradate, quando perderà completamente i contatti col gruppo, in strade sconosciute, complice anche il suo telefonino che era su "silenzioso" e non sentiva i numerosi richiami dell'organizzazione che lo cercava nella giungla d'asfalto. Dopo la partenza non lo vedremo più, fino al pomeriggio a Pallanza, quando noi stavamo mangiando da un pezzo.
Oggi manca la fortissima Silvia, che potrebbe lasciarci tutti in affanno dietro di lei, ma era impegnata altrove. Luca e Danielina, Maria e Violante, con le auto, faranno da scorta.
Ore 8,40. Si parte, si entra nel parco e poi ci si dirige verso la periferia di Milano sulla varesina. Oggi nessun disperso nei primi 5 minuti. Fermata al Decatlon di Bollate per un controllo del gruppo, già ampiamente sfilacciato e allungato, e poi si riparte verso Tradate, con la solita sequenza di semafori, incroci e rotatorie. Sento di non avere grosse possibilità di classifica e me la prendo comoda chiaccherando un pò con l'uno e con l'altro. Fino a Tradate la storia non presenta particolari interessanti, ci si scalda, si comuncia a carburare, si fanno fermate per cercare di radunare i dispersi in coda.
Come l'anno passato arrivo a Tradate insieme ad Eufemi figlio, staccati appena un pò dagli altri davanti. Alla pasticceria ritrovo con tutti i ciclisti e con quelli della scorta, caffè, pasticcini, barretta energetica. La disgraziata Raimonda con la bici da città arriva dopo un bel pò, ma dell'Avvocato ancora nessuna traccia. Vorremmo ripatire, siamo fermi da almeno mezz'ora, ma c'è un altro intoppo. L' Anna Antonini con ragazzo al seguito arriveranno a Tradate in treno non prima delle 11,30 e Antonini padre frigge sui carboni per questo ritardo (lui aveva consigliato di prendere il treno prima!).
Ma il tempo perso per la ricerca vana dell'Avvocato va in suo aiuto ed ecco che anche Anna arriva alla pasticceria (anche lei con una bici non degna di questo nome). Si parte finalmente, l'Avvocato intanto si fa vivo al telefono e sembra essere ad una rotonda con aereo.
Caspita ma allora ci ha preceduto ed è avanti, penso io.
Da qui in poi, di solito chi perde la fuga giusta non recuperà più, quindi massima all'erta!!Discese varie e divertenti col gruppo compatto fino alla rotonda che immette alla salita di Gazzada, e qui, bando alle ciance, si vedono quelli che vanno.
Matteo, Lazzati, Queirolo, ed altri man mano acquistano vantaggio. Antonini è dietro di me, tenta di passarmi ma non ci riesce, anzi lo stacco un pò, poi alla fine della salita siamo di nuovo insieme, ma il gruppo di testa è già avanti. Poi arriva la bella discesona velocissima, si arriva facilmente ai 60km/h, che alla fine ci porta alla rotonda dell'aereo.
Sembrava impossibile ma l'Avvocato avvrebbe dovuto essere lì!! Infatti non c'era, lui era ad un'altra rotonda con un altro aereo nella circonvallazione di Tradate.
Intanto il gruppo di testa si era fermato, e ci si ricompatta, salvo i disgraziati con bici da città. Si aspetta un pò tutti insieme, ma allora, si fanno prigionieri quest'anno? Beh, dopo un pò si riparte, io in testa, deciso a non mollare più la "tete de la course". Si prosegue lungo il lago, giornata limpidissima si vedono i laghi e le montagne sullo sfondo. I su e giù di questa strada evidentemente mi mettono a punto la giusta carburazione, mi rendo conto che vado più forte del previsto, sono sempre col gruppetto di testa, ancora abbastanza numeroso, ad ogni allungo riesco a mantenere il contatto: verso la fine del lago ci sono un paio di strappetti che permettono di scrollarci qualcuno, ed ora rimaniamo in cinque, Antonini, Matteo, Queirolo, Andrea ed io.
Arrivati a Cocquio, su una salitella, Matteo, in testa e davanti a me, ha un leggero rallentamento, un inezia, quasi impercettibile, ma per me è un segnale, io non voglio rallentare, e quindi con uno scarto improvviso accelero e lo supero. Grida concitate dietro di me tipo: il Gandini se ne va, poi dopo pochi secondi vedo proiettate sull'asfalto le ombre di Queirolo e di Andrea che si avvicinano e mi riprendono, ma intanto un solco invalicabile si era formato dal trio di testa agli altri due dietro.
Sembra incredibile ma a volte 50 metri persi fanno la differenza, non ci prenderanno più. La fuga buona era quella e da quel momento il trio di testa continua a guadagnare sugli inseguitori, ci si dà qualche cambio, anche se ad onore del vero Queirolo rimane spesso davanti e in qualche momento temevo di non stare alla ruota, ma invece il fisico rispondeva.
Poi inizia la parte in leggera discesa, la velocità aumenta, sempre sopra i 30 km/h, Antonini e Matteo (forse complice la sua bici tipo mountain-bike) non si vedono più, gli altri dispersi nella bassa classifica. I chilometri finali sono sempre un crescendo, velocità vicino ai 35, bellissimo, Travaglio ci sorpassa in macchina e grida qualcosa, si passa velocissimi al passaggio a livello di Laveno e arriviamo di filato al piazzale del traghetto dove ci aspettano, Danielina, Luca, Violante e Maria.
Alle ore 13,00 fine della storia. Baci, abbracci, complimenti e foto, poi dopo un paio di minuti arrivano gli altri due, ma ormai il podiio era al completo, e poi dopo un bel pò il resto del gruppo. L'avvocato sembra sempre disperso, notizie certe non ci sono. Dopo una mezz'ora dal nostro arrivo prendiamo tutti il traghetto che ci porta a Intra, dove incontriamo il Bozzi e la Peppa che ci aspettano all'imbarcadero. Si pedala con calma verso la Casa del Cesco, dove incontriamo Linda, le altre mogli ed altri (senza bici) e dove possiamo fare la doccia e buttarci rapidamente sui salamini, coppe, pane, formaggi, polenta, bruscitti, salamelle, dolcini, torte, dolcetti, vino, acqua, caffè, insomma di tutto.
E finalmente è arrivato l'Avvocato: erano sei ore che non lo vedevamo. Ma si è fatto tutta la strada in bici da solo, senza conoscere la strada e senza aiuto delle auto di scorta (Cristina con furgone che era andata alla sua ricerca)!! Bravo Francesco (Abiosi)!
Il sole è caldo, l'aria limpidissima, il lago luccica e la luce ti acceca, si sta benissimo, ci si rilassa.Un grande grazie a Cesco e Violante per l'ospitalità ormai proverbiale. Alberto

lunedì 27 aprile 2009

La CLASSICA DI PRIMAVERA 2009 è archiviata!

La giornata è stata praticamente perfetta, il sole mattutino appena alzati è stato il primo augurio di buona riuscita.
L'organizzazione del Cesco è ormai una macchina collaudata che gira perfettamente, sono calcolati i tempi, con i ritardi, i guasti, gli orari del caffè e delle soste, tutto è previsto, anche il sole. Naturalmente il treno delle 8,40 a porta Genova non aspetta, quindi tutti in orario per i biglietti, e ci si mescola con altri ciclisti, che al momento non si capiva se fossero partecipanti o no. Chi saranno? Poi, in treno mi accorgo che sonopartito praticamente in mutande (con calzamaglia da sci) ma senza pantaloni da bici, ma qui entra in gioco l'Antonini che per fortuna ne aveva un paio di scorta. Per cui nella panchina della stazione di Abbiategrasso, non mi formalizzo, mi cambio e posso partire più tranquillo con un soprasella più adatto.
Dopo 500 m il primo guasto, catena rotta per una "ragazza" del gruppo. Ma la macchina organizzativa aggredisce subito la situazione, bici di ricambio, informazioni del ciclista aperto lungo la strada, auto del Travaglio carica, scarica... (la catena verrà poi sostituita dal ciclista) insomma la situazione si sbroglia in pochi minuti!! e la carovana dei 25 che si era subito sparsa all'inizio, si ricongiunge. Infatti Antonini aveva deviato il primo gruppo per una sosta ad una fontanella per riempire le borracce, e il secondo gruppo era passato senza vederci. Iniziamo il percorsoverso nord lungo il canale , e appena cominciamo a scaldarsi e si prende un pò di ritmo ecco la prima fermata da Vevè, in una bella villa con giardino, dove ci viene offerto caffè a volontà e pasticcini vari, che tutti gradiscono. Dopo una buona mezz'ora si riparte e si seguono le stradine ciclabili lungo gli argini dei canali (canale industriale, il Villoresi più avanti, il Ticino alla fine, ecc). Il paesaggio è veramente bello, alberi in livrea primaverile, canali pieni d'acqua, uccelli, anitre, poca gente, silenzio. Le automobili non le vedremo mai salvo qualche piccola tratta o passaggio di ponti. Il fondo della pista è asfaltato, con qualche radice che gonfia l'asfalto, e fa sussultare le nostre bici. Sponda destra, ponte, sponda sinistra e così via, passiamo le varie opere tecnologiche moderne, centrale elettrica di Turbigo, e di ingegneria idraulica del passato, canali scolmatori ondulati, bellissimi, chiuse con porte vinciane, dove facciamo soste per ammirarle e per dar modo ai più lenti, con bici da città, di raggiungerci.
I Brambilla (Alberto e Mariangela) appaiono ad un certo punto, con bici normali, e poi spesso staranno nel gruppo di testa davanti perchè non si fermano mai.
Durante il percorso si scambianosempre quattro chiacchere con i vari partecipanti, e a un certo punto qualcuno dice "andiamo a prenderli" (chi c'è davanti??) e via a tutta birra, con cambi in testa, velocità sostenuta, e penso la "rella" è cominciata. Dopo un pò si scopre che davanti non c'è nessuno da prendere !! e per fortuna si rallenta.
In effetti la classicaprimaverile è nata sulla scorta di allenamento ZERO e quindi si cerca di non diperdere le forze, ma pedalando e facendo quattro chiacchere con il compagno del momento, scopro che è anche diventata internazionale con la partecipazione della squadra Svizzera, di quella di Verbania, di quella di Milano e forse quelche altra che non ricordo.
Nella parte finale la strada si snoda lungo il fiume, il Ticino, e giungiamo a Golasecca dove finalmente (52 km) ci fermiamo per lo spuntino delle ore 13,15. La fermata, ben accolta da tutti, è ottima, un grande bar che ci fornisce di panini, gelati e caffè. C'è anche la piscina che occhiegga e sembra invitarci.Tutti prendono acqua e cocacola ma il Cesco arriva con una caraffa di vinello frizzante, che dapprima è visto con sufficienza dagli "atleti" , ma poi viene fatto sparire rapidamente.
Ci crogioliamo al sole per un bel pò, poi verso le14,45 un gruppo riparte per il gran finale mentre qualcuno (conViolante) va a prendere la macchina ad Abbiategrasso, e qualcun altro prende il treno per poi ritrovarcoi tutti a Baveno. L'ultima parte sono 35 km di strada del lago, che nel pomeriggio è piena di macchine. Qui intanto l'allenamento zero si fa sentrire e alla fine a Baveno siamo tutti piuttosto stanchi. Randez-vouz in strada per tutti i ciclisti poi ultima salitella, tanto per gradire, fino alla villa Romanica dei Brandolini e qui abbiamo finito con la bici. Grande e amichevole accoglienza con doccia, aperitivi, spumantino, pizzette e salamino che ci fanno miracolosamente risorgere. Arrivano Linda e Carla da Milano, altri spuntano dalle zone del lago, visita al giardino giapponese con angoli mistici e microlaghetti, racconti della padrona di casa, poi alle 19,30 ci si avvia al ristorante "slow food" a cento metri di distanza, con cena,tre zuppe, formaggio, brindisi, saluti a tutti. Fine della giornata.
CiaoAlberto
Un ringraziamento ancora alCesco, Violante e al Trubezkoy (anche all'Antonini per ledisinformazioni) che si sono dati mooolto da fare per questa prima classica primaverile. Da rifare!!! con tutte le fermate intermedie!

giovedì 26 marzo 2009


Quest'anno la pedalata, si svolgerà in due occasioni, proponendo un nuovo percorso prima e riproponendo quello tradizionale in autunno.






CLASSICA 2009 di primavera
Sabato 25 Aprile
Biciclettata primaverile da Milano a Sesto Calende, lungo il Naviglio e il Ticino.
Cena SLOW FOOD sul Lago Maggiore a Pallanza o Baveno.






CLASSICA 2009
Domenica 25 Ottobre
Biciclettata autunnale da Milano a Verbania Pallanza, con colazione.