giovedì 6 novembre 2008

LA STORIA DELLA CLASSICA

La storia della CLASSICA è la storia di un gruppo di vecchi amici che avevano attaccato la bici al chiodo non appena ricevuto in regalo il primo motorino per andare a prendere le ragazze all’uscita da scuola e che solo dopo tantissimi anni, per caso o per suggerimento del medico!, si sono riinnamorati della vecchia bici trasformandosi pian piano da ancora vigorosi adulti mal vestiti e peggio equipaggiati in arzilli quasi vecchietti, di anno in anno sempre più elegantemente e tecnicamente attrezzati. La CLASSICA è cominciata intorno al 1986 ed è stata percorsa quasi tutti gli anni, sempre nella stagione fra l'inizio e la metà di ottobre, quando non fa più caldo e fortunatamente statisticamente piove poco. Non conta se uno ha mal di schiena o qualche acciacco, si partecipa anche con lo Holter attaccato sotto la maglietta, se uno cade (fortuitamente o per dispetto non importa!) il gruppone va avanti, anzi accelera fischiettando simulando un innocente atteggiamento, e fino ad oggi non si è trovato modo di punire i trasgressori dello spirito cavalleresco che dovrebbe animare ogni sportivo, specie verso le signore, guardate invece con sospetto perché tostissime, e verso gli amici che ormai sono appunto vecchierelli. Lo spirito è rimasto sempre esattamente lo stesso e anzi, di anno in anno, va crescendo l'agonismo con il quale si affronta la temuta strada che nelle prime edizioni da Piazza Castello in Milano portava a Pallanza sulle rive del Lago Maggiore lungo il Sempione e costeggiando la Malpensa, perché la statale non era ancora stata trasformata in autostrada, e poi continuando fino a prendere il traghetto a Laveno. Da molti anni ormai il percorso si snoda invece lungo la Varesina, sicuramente troppo trafficata e micidiale per il falsopiano continuo in salita fino a Castiglione Olona, ma rivelatasi per adesso l’unica alternativa; a Tradate una tradizionale e quanto mai antisportiva sosta in pasticceria consente a chi quell'anno è particolarmente fuori forma di recuperare minimizzando il ritardo. Ma dopo Tradate la storia cambia: nessuno guarda più in faccia nessuno, gli allunghi sui semafori rossi diventano la regola per staccare chi si è accodato, la discesa sull’Olona viene affrontata a velocità alle quali sfido chiunque a riuscire a frenare in caso di necessità, e il salitone verso lo scavalcamento della Gazzada vede ogni anno vincitori e vinti, sfatti per crollo fisico, inadeguatezza meccanica, incontinenza da età, salto di catena, ecc. arrivare nel punto alto del nostro percorso per poi scendere a rotta di collo verso il lago di Varese. A quel punto normalmente il destino dell'anno si è compiuto: il gruppetto di testa non è più raggiungibile, mentre in fondo i ciclisti zoppicanti di turno, i cosiddetti anelli deboli della catena, faticano sui lunghi rettilinei del lago sapendo che li aspetta ancora solo qualche breve salita a Gavirate. Infine da Cittiglio il pezzo sognato dalla partenza di Milano: la strada sinuosa e sottile, e in discesa!, che porta con un allungo in cui tutti si distendono felici fino al traghetto di Laveno, che normalmente è già partito 1 minuto prima dell'arrivo dell'ultimo ritrdatario! Da Intra a Pallanza 2 km e mezzo che per alcuni sono l'ultima croce, prima di arrivare a casa dove ci aspettano docce calde e tanto cibo. Per peggiorare il livello della sofferenza da diversi anni è invaso anche l'uso di tuffarsi all'arrivo nelle acque gelide del lago, usanza rispettata non da tutti ma che suscita sempre ammirazione in chi vede questi atletici anziani affrontare con visibile tremore le onde dell'acqua. Dopo non c'è più storia: formaggi, salami, vino, polenta, ecc. vengono divorati ad una velocità molto maggiore di quella sviluppata lungo il percorso. Tutti siamo contenti e ci raccontiamo quello che è successo lungo il percorso; qualche volta qualcuno si è anche fatto male e finalmente riceve qualche consolazione, e da quel momento in poi proseguiremo per giorni e giorni a scriverci un sacco di mail insultandoci contentissimi reciprocamente. Com'è bello invecchiare così! All'anno prossimo!

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